Valagro: al lavoro per un pianeta migliore

E' una delle imprese più solide e prestigiose in Italia. Con la testa in Abruzzo e la presenza in tutto il mondo, si occupa di ricerca e sviluppo di prodotti che migliorano la produttività delle piante senza violentare la natura. Intervista all'amministratore delegato Giuseppe Natale

Giuseppe Natale Bcc Abruzzi E Molise
10 aprile 2017
La Mia Banca | 

Vola alto, la Valagro: mira a migliorare la qualità di vita del pianeta, non semplicemente a rispondere alle esigenze dei suoi clienti. E, come dimostrano i risultati di una storia imprenditoriale iniziata poco meno di quarant'anni fa, ci riesce benissimo: i suoi prodotti contribuiscono ad incrementare le performance delle piante, aumentando la produzione senza violentare la natura ma, piuttosto, alleandosi con essa. In tutti questi anni, infatti, nell'azienda che ha la sua sede nella zona industriale di Atessa, team di ricercatori hanno cercato - e ci sono riusciti - di capire come ottenere il meglio dalle piante, in particolare quelle destinate alla produzione di cibo, sviluppando i biostimolanti. Ma Valagro è molto di più: è passione per l'uomo, attenzione al territorio, gestione ponderata di un patrimonio economico e di conoscenze, alta ricerca, lavoro di squadra. Di tutto questo parliamo con Giuseppe Natale, amministratore delegato del gruppo che impiega complessivamente seicento persone in Italia e nelle sue tredici filiali presenti in tutto il mondo: oltre al sito produttivo di Atessa l’azienda conta altri due stabilimenti in Norvegia, tre in India e uno in Brasile. Il giro d'affari, nel 2015, è stato di 107,7 milioni di Euro, e l'investimento annuo in ricerca e sviluppo è pari al 4 per cento del fatturato.

 

Dottor Natale, quando e perché nasce Valagro?

Nell'estate 1980. Io avevo 20 anni, il mio socio Ottorino La Rocca 31. Essendo cresciuto nell'azienda di famiglia che commercializzava mezzi per l'agricoltura e prodotti per le piante, conoscevo bene la differenza tra quelli che servono alla loro difesa e quelli per la nutrizione. Mentre per i primi la ricerca faceva costantemente passi da gigante, nel campo della nutrizione delle piante non c'era niente di nuovo, nonostante la domanda fosse significativa. Valagro, dunque, nasce per colmare questo gap tra domanda e offerta.

 

Siete diventati leader a livello mondiale: quale il segreto del vostro successo? Quali gli ostacoli che avete dovuto affrontare?

La parola "successo" è un participio passato e, dunque, guarda all'indietro. Invece, i risultati di questi anni sono proprio il frutto della nostra costante voglia di guardare al futuro senza mai adagiarci sui traguardi raggiunti, che pure sono stati significativi. Certo, gli ostacoli ci sono stati tutti i giorni, ma mi piace parlare di sfide che, nelle varie fasi aziendali, abbiamo affrontato e vinto. E lo abbiamo fatto non da soli: l'aver creato un team manageriale da un'azienda familiare è stata la scelta più importante, perché ha dato al gruppo un valore che va ben oltre quello di noi fondatori, e che ha posto solide basi per una permanenza nel tempo.

 

Soddisfiamo i bisogni dell'umanità aiutando a produrre di più utilizzando meno risorse. Cosa significa in concreto?

La sfida planetaria è aumentare la produzione di cibo entro il 2030 del 50 per cento. Poiché tutti i terreni disponibili di fatto già sono utilizzati, non ci sono alternative all'incremento della produttività delle piante. Ma questo non basta: se dal 1960 abbiamo già raddoppiato la produttività delle piante, è stato fatto con strumenti che hanno prodotto un grande impatto ambientale. La sfida che noi affrontiamo da quasi quarant'anni è aumentare la produttività delle piante riducendo l'impatto ambientale.

 

Ricerca: che ruolo ricopre nel vostro gruppo questo settore?

È nel nostro dna. Se da un lato risponde ad un nostro bisogno di sapere, di cercare, di capire, dall'altro è sempre stata una leva strategica: in termini numerici, infatti, reinvestiamo il 4 per cento, pari a 5 milioni annui, del nostro fatturato, e diamo lavoro a poco più di cinquanta persone tra biologi, chimici e agronomi. Si tratta, ovviamente, di un investimento di alto rischio perché non necessariamente produce risultati, ma non per questo ci tiriamo indietro. Così, abbiamo dato vita ad un vero e proprio network mondiale per la ricerca: se ad Atessa abbiamo la cabina di regia, collaboriamo con centri e università in tutto il mondo, come la Scuola Sant'Anna di Pisa. Questa strategia ci consente di intercettare le eccellenze nel mondo, una flessibilità nei costi e la massima efficacia.

 

Innovazione: che cos'è? Come la concepite?

È la conseguenza del lavoro, quando si è fortunati e capaci. In generale, per Valagro è la modalità per migliorare la qualità della vita nel pianeta. È il mercato, del resto, che ci chiede prodotti sempre in grado di rispondere a nuove esigenze, o rispondere diversamente a problemi consueti.

 

Natura: come si sposa il suo rispetto con il vostro lavoro di ricerca?

Il nostro pay off è "Dove la scienza serve la natura" e la prima certificazione che abbiamo conseguito è stata ambientale, perché da sempre siamo convinti che il suo rispetto va oltre il semplice fare business: è il nostro modo di intendere la vita. Ci piacerebbe, in altri termini, lasciare il pianeta migliore e più bello di quello che abbiamo trovato. Così, il rispetto della natura è un impegno sociale, poi diventato business, che il mercato premia. Da un punto di vista della ricerca, noi siamo costantemente alleati della natura e non la sfidiamo: nel 2007, ad esempio, collaborando con la Sant'Anna facemmo studi di genomica per capire come la genetica della pianta muta quando si applica un prodotto naturale. In altri termini, studiamo nuove tecnologie non per modificare la genomica della pianta ma per vedere come risponde ai nostri prodotti: testiamo i "rimedi della nonna" per capire perché hanno effetti puntuali sui geni della pianta.

 

Uomo al centro: per Valagro cosa significa?

Da un lato, l'azienda è fatta di uomini e dunque investiamo costantemente sul capitale umano. Dall'altro, qualsiasi lavoro si faccia, il cliente finale è sempre l'uomo. Non ci appassiona la natura fine a se stessa ma l'uomo, che rappresenta la finalità ultima.

 

Responsabilità: quanto e perché è importante in Valagro?

Nel nostro sistema valoriale, la responsabilità è prima di tutto verso se stessi. Poi anche nei confronti del cliente, dei dipendenti, del territorio. È un'esperienza per noi centrale.

 

Quali e perché i prodotti ideati e sviluppati in questi anni di cui andate più orgogliosi?

Uno degli aspetti più importanti di Valagro è senza dubbio la qualità: vogliamo costantemente mantenere le promesse sia nello sviluppo, sia nel lancio, sia nel mantenimento dei nostri prodotti. Così, siamo stati pionieri nei biostimolanti e i ciò che abbiamo sviluppato è rimasto nel tempo proprio per questa qualità totale. Ad esempio, le vendite di Megafol, che abbiamo lanciato nel 1985, lo scorso anno sono cresciute del 18 per cento.

 

Risorse umane: che ruolo ricoprono in Valagro?

Siamo un'azienda globale, e il 60 per cento dei nostri dipendenti sono fuori dall'Italia. Siamo, dunque, un'azienda multiculturale. È una scelta fondamentale che ci dà enormi benefici, soprattutto in termini di apertura mentale: troppo spesso, infatti, si tende a guardare il proprio ombelico.

 

Quale rapporto avete con il territorio, voi che siete un'azienda mondiale?

Una grande gratitudine ci lega ai luoghi dove siamo nati e siamo riusciti a sviluppare il nostro progetto. In generale, non siamo mai stati penalizzati ma nemmeno favoriti: come tutte le imprese italiane siamo vittime del sistema paese fatto di burocrazia e tanti problemi. Ma del nostro territorio non posso che avere pensieri positivi, al punto che, pur avendo avuto la possibilità di spostare tutto all'estero, non lo abbiamo fatto per stima e amore della nostra gente.

 

Quali i vantaggi e quali i limiti del fare impresa in Abruzzo?

Sono fiero di essere abruzzese, ma quando però parliamo di impresa il mercato, che ci piaccia o no, è globale. In questo senso, dunque, la dimensione regionale è ininfluente: siamo italiani prima di tutto. Da un punto di vista economico, fare impresa nel Belpaese non è vantaggioso, e se riesci a fare impresa qui da noi hai gli anticorpi per affrontare qualunque sistema paese del mondo!

 

Avete mai pensato di quotare Valagro in Borsa?

Sì, e in passato ci siamo andati anche molto vicini. Oggi rimane un'opzione possibile, anche se non all'ordine del giorno.

 

Quali i vostri rapporti con Bcc Sangro Teatina? Come una banca del genere contribuisce allo sviluppo di un intero territorio?

Bcc Sangro Teatina ci ha accompagnato in tutti questi anni, e il suo ruolo per il territorio è sempre stato molto importante, affiancando generazioni di imprenditori che hanno contribuito allo sviluppo della zona industriale più importante del centro sud Italia. Noi in Valagro, per via di una gestione ponderata e non esposta finanziariamente, abbiamo sempre avuto un rapporto sano e fisiologico con il mondo del credito, ma aziende più piccole contano molto su banche che sostengano fattivamente lo sviluppo. Per questo, Bcc Sangro Teatina rappresenta da sempre una protagonista del miracolo economico della nostra regione, proprio in virtù della sua vicinanza a chi crea quotidianamente valore.