Prevenire l’usura, tornare a sorridere e sperare: ritrovare la dignità

Dal 1997 la Fondazione Jubilaeum accanto a chi rischia di finire nelle mani degli strozzini. La presidente Bovini: “Dopo il lockdown un grande incremento di richieste ma non ci tiriamo indietro”  

Fondazione Jubilaeum Bcc Abruzzi E Molise
10 dicembre 2021
La Mia Banca | 

Eretta dai vescovi di L’Aquila, Avezzano e Sulmona-Valva su iniziativa di don Antonio Salone, la Fondazione Jubilaeum, con sede in Avezzano, opera in tutto l’Abruzzo. Tra i suoi partner c’è anche Bcc Sangro Teatina. Ne parliamo con Antonella Bovini, presidente dal 2015, ex bancaria in pensione che si è sempre occupata di recupero crediti.

 

Presidente, di cosa si occupa e come funziona la Fondazione Jubilaeum?

La Fondazione svolge la sua azione nel campo della prevenzione. Infatti, ha come scopo di prevenire il ricorso agli usurai facilitando, mediante garanzie reali (cioè con somme depositate in Banche convenzionate), prestiti dalle suddette Banche a favore di famiglie o di singoli individui indebitati che, per protesti cambiari o per altri motivi, non possono accedere ai normali prestiti bancari. Si tratta di un fondo di garanzia nato nel 1997 ai sensi della legge 108 del 1996. La “scintilla” fu il suicidio di un’intera famiglia vittima di usura, che si tolse la vita gettandosi dal viadotto di Pietrasecca. Don Antonio Salone, parroco ad Avezzano, rimase molto colpito da quel tragico gesto e si adoperò per dar vita alla Fondazione. Ci occupiamo, come già detto, di prevenzione: quando una persona non è più “bancabile” può rivolgersi a noi per evitare di finire nelle mani degli strozzini. Dopo un’istruttoria per verificare la reale situazione, la Fondazione rilascia una garanzia e la banca, dopo ulteriori controlli favoriti da banche dati in loro possesso, può decidere di finanziare il debitore. Non si tratta di un finanziamento a fondo perduto, come purtroppo qualcuno immagina, ma di un prestito a tasso agevolato che va rimborsato. Nei casi di difficoltà a rimborsare, la banca ci interpella, e noi insieme al debitore proviamo a fare un piano di rientro, magari coinvolgendo anche i familiari. Se la persona che si rivolge a noi non avesse la possibilità di rimborsare il prestito, e quindi l’istruttoria viene rigettata, non viene lasciata sola, ma la inviamo alla Caritas per essere comunque sostenuta.

 

Ci dà qualche numero della Fondazione?

Al 31 dicembre 2020 sono stati erogati dal 1997 ben 607 finanziamenti, di cui 139 prestiti ancora in essere. L’ammontare complessivo dei fondi erogati è di 15.897.258,40 euro, di cui 4,5 i milioni ancora in fase di rimborso. Solo una piccola parte, in questi anni, è finita tra i crediti deteriorati.

 

Oltre a lei, chi sono gli altri operatori?

C’è un consiglio direttivo di nove persone, che delibera sulle pratiche, due segretarie assunte a part time, e una quindicina di volontari, ex bancari in pensione o per lo meno persone con grande esperienza nel settore del credito.

 

Chi si rivolge a voi?

Si tratta di persone che ci vengono inviate o dalle banche oppure per conoscenza diretta da parte dei sacerdoti. Sono persone distrutte, mortificate, piene di vergogna, a volte malate di ludopatia oppure separate o divorziate. Oppure famiglie in cui casi di malattia o di morte vanno a creare situazioni di difficoltà economica. Noi non abbandoniamo mai nessuno e proviamo a restituire il sorriso e la dignità sociale a tutti.

 

La pandemia ha modificato questa situazione?

Durante pandemia abbiamo dovuto chiudere gli uffici, ma ora che sta ripartendo tutto stiamo assistendo ad un numero sempre più grande di persone che ci stanno interpellando: questo perché in tanti nei periodi di lockdown si sono informati su internet e ci hanno trovati.

 

C’è qualche storia che ricorda in particolare?

Quella di due fratelli, figli di un grande debitore cui era stata pignorata la proprietà immobiliare: volevano salvare almeno la casa dove abitavano con la mamma, separatasi dal marito. Grazie ad un’operazione di saldo e stralcio prima dell’asta, sono riusciti ad evitare la perdita dell’immobile. E ora vengono continuamente a trovarci e a ringraziarci: siamo la loro famiglia. Al tempo stesso, ricordo anche una persona che, non riuscendo a rimborsare il prestito, si è incatenata sotto i nostri uffici: nonostante tutto il nostro supporto, tentava di farci passare come quelli all’origine delle sue difficoltà… Purtroppo, spesso si diventa cattivi quando non si riesce ad uscire dal tunnel.

 

E invece un’alternativa c’è…

Sicuramente. Questa esperienza mi ha insegnato che bisogna stare sempre con i piedi per terra: situazioni che sembrano impossibili possono capitare dall’oggi al domani a tutti. Ma c’è una realtà su cui contare: non possiamo forse aiutare tutti, ma possiamo provare a ridare la dignità a chiunque si rivolga a noi.

 

Per informazioni visitare il sito www.antiusuraabruzzo.it.