Una passione inesauribile: lo sport in crisi si rilancia con veri imprenditori e investimenti

CORONAVIRUS: IDEE PER IL DOPO - L’analisi di Rocco Coletti, caposervizio sport del quotidiano Il Centro

Rocco Coletti Bcc Abruzzi E Molise
10 aprile 2020
La Mia Banca | 

Rocco Coletti, come ha vissuto lo sport abruzzese l’emergenza coronavirus?

Una premessa è necessaria: la crisi covid-19, con il blocco di tutte le attività sportive anche nella nostra regione, si è innestata su un settore già profondamente in crisi. Il nostro sport, infatti, vive da tempo una fase discendente, non potendo vantare eccellenze nelle varie discipline. Nel calcio, al netto del Pescara in serie B, non abbiamo altre squadre in campionati importanti, quando invece negli anni 2000 potevamo contare su ben sei squadre in serie C, oltre allo stesso Pescara in movimento tra A e B. Oppure, si pensi al basket: dopo anni gloriosi, il Roseto oggi è una squadra che gioca in cogestione con la Stella Azzurra di Roma, e le epopee del Cus Chieti che partecipava a coppe europee sono un lontano ricordo. O ancora alla pallavolo: l’Impavida Ortona resiste solo grazie alla passione di una famiglia, ma in assenza di strategie di investimento. E che dire delle eccellenze a livello individuale: ce ne sono pochissime, e queste poche vanno anche via dalla regione. In altri termini, tutto il sistema sportivo abruzzese si regge sulla buona volontà, senza imprenditori disposti a credere davvero nel valore dello sport, non solo economico ma anche e soprattutto simbolico. Dunque, la crisi ha investito un sistema economico che già da tempo non investiva più nello sport.

 

Da cosa ripartire?

C’è una risorsa che non è mai venuta meno: la passione. Si fa sport per passione, e tutti i tentativi in tal senso a tutti i livelli nascono da questo. È importante non disperdere questo patrimonio che accomuna tantissimi abruzzesi, se è vero che in termini numerici come ha certificato il Coni il numero di praticanti nella nostra regione si attesta a livelli medio alti. Anzi, io direi che dopo questo periodo terribile, la passione può tornare ad essere una spinta alla rinascita che tutti desideriamo. Del resto, la continua rifioritura di sport davvero identitari per varie comunità – penso al basket a Roseto o al rugby a L’Aquila - parla di una passione inesauribile. Ma da sola la passione non basta: servono persone e imprenditori che abbandonino la logica della buona volontà e tornino ad investire seriamente sulle relative discipline.

 

Tre idee concrete per il rilancio dello sport abruzzese.

In primo luogo, andrebbero create e sostenute filiere tra piccole realtà e grandi realtà: squadre e centri sportivi in rete per favorire lo scambio di atleti e giocatori, in un’ottica di crescita comune e sostenibilità. In secondo luogo, penso ad una defiscalizzazione per il mondo dello sport che, insieme alla possibilità per i club di attingere dagli introiti delle scommesse, ridarebbe ossigeno al sistema. Infine, una nuova scommessa sui giovani: i club tornino a investire sugli istruttori, cercando i migliori e non solo semplici ex sportivi ora in pensione o insegnanti che fanno il dopolavoro, che troppo spesso si trasformano in baby sitter dei nostri figli. No: servono persone competenti che sappiano davvero individuare e sviluppare i talenti, quando oggi sembra centrale solo la valorizzazione fisica delle nuove leve.


Che ruolo possono avere le banche di credito cooperativo come la Bcc Sangro Teatina nel rilancio dello sport?

Alla luce di quanto detto finora, è del tutto evidente che le banche, specie quelle del territorio, possono dare fiducia ai club dilettantistici, erogando credito oppure sostenendo l'organizzazione di manifestazioni sportive. Il ruolo delle banche è fondamentale anche nello sport, ancor più se si tratta di istituti come la Bcc Sangro Teatina radicati nel territorio.