Per un'agricoltura strategica: riscoprire la ricchezza dei prodotti Made in Italy

CORONAVIRUS: IDEE PER IL DOPO - L’analisi di Silvano Di Primio, presidente Coldiretti Abruzzo

Silvano Di Primio Coldiretti Bcc Abruzzi E Molise
10 aprile 2020
La Mia Banca | 

Come ha affrontato l’emergenza l’agricoltura abruzzese? Quali i problemi più gravi?

Pur confermando il suo valore strategico in qualità di produttrice di un bene fondamentale come il cibo, l’agricoltura abruzzese ha affrontato e sta tuttora affrontando una serie di grandi difficoltà. Molte filiere sono in profonda crisi e in merito Coldiretti ha lanciato il suo allarme: i settori vitivinicolo e olivicolo hanno visto bloccate tutte le esportazioni e la richiesta interna a causa dello stallo della ristorazione, il florovivaismo ha risentito fortemente del blocco della commercializzazione e dell’impossibilità di futura programmazione, il settore lattiero caseario sta soffrendo il calo della richieste sul prodotto fresco e le difficoltà logistiche collegate ai ritiri e alla vendita con la forte speculazione proveniente dall’estero. E non se la passa meglio il settore degli agriturismi così come l’orticoltura, con la mancanza della manodopera straniera che, con il blocco delle frontiere, sta venendo a mancare. L’emergenza coronavirus ha insomma evidenziato il valore strategico rappresentato dal cibo ma ha portato anche a galla le sue fragilità. Di certo, mai come oggi è evidente l’importanza del made in Italy. Che va salvaguardato e tutelato. In tal senso anche in Abruzzo abbiamo lanciato la campagna “iomangioitaliano” per ricordare – anche attraverso azioni di solidarietà destinate alle famiglie meno abbienti - che oggi più che mai la campagna non si ferma ed è fondamentale scegliere e valorizzare la produzione italiana da parte di consumatori, istituzioni, società intera.

 

Quale futuro è auspicabile per il comparto?

Non possiamo parlare di futuro se non si garantisce il presente. È per questo che a livello nazionale abbiamo chiesto varie misure come la sospensione dei pagamenti fiscali e contributivi e degli adempimenti tributari, l’indennità di 600 euro per gli operai agricoli, per i coltivatori diretti e per gli imprenditori agricoli professionali, oltre naturalmente alla sospensione delle rate dei mutui e ad uno specifico “piano Marshall” per l’agricoltura. A tutto questo si aggiungono le richieste di misure specifiche per florovivaismo, ortofrutta, vitivinicolo, zootecnia, pesca e alla rete di Campagna Amica. Sono premesse fondamentali per il futuro dell’agroalimentare che dovrà avere un obiettivo specifico: la sempre maggiore promozione e la fondamentale tutela della qualità del made in Italy.

 

Tre idee concrete per il dopo coronavirus.

Innanzitutto la liquidità: è necessario oggi più che mai sensibilizzare il sistema bancario, con la garanzia diretta dello Stato, per mettere le aziende in condizione di fronteggiare le spese necessarie per continuare la produzione e mandare avanti anche in mancanza di fatturato. È inoltre necessario costituire un Fondo straordinario covid-19 per l'agricoltura in cui venga individuata una gamma di misure dove è possibile reperire risorse residuali per alcuni interventi prioritari tra cui un pagamento diretto aggiuntivo ed eccezionale fino a 1000 euro ad ettaro per le imprese con un tetto di 50 mila euro, intervenire con misure a favore dei giovani già insediati che rischiano di perdere gli aiuti, abbassare la quota di cofinanziamento sugli investimenti. A livello locale, infine, è necessario un impegno determinante della Regione Abruzzo per lo snellimento complessivo della macchina amministrativa e la sburocratizzazione delle procedure collegate ai pagamenti relativi al Psr.

 

Quale ruolo possono e devono avere le banche di credito cooperativo come la Bcc Sangro Teatina per la ripartenza?

Le banche di credito cooperativo hanno, rispetto agli altri istituto di credito, il vantaggio di conoscere molto bene il territorio e le sue aziende. Ecco perché, a maggior ragione, dovrebbero andare incontro ai bisogni contingenti delle imprese, soprattutto quelle virtuose, agevolarle con anticipi e prestiti mirati. La parola d’ordine è: dare fiducia subito. In questo momento va fatta un’analisi precisa delle diverse situazioni e aiutare chi, nonostante le difficoltà, deve pagare stipendi, contributi ed onorare gli impegni. Le aziende hanno bisogno di liquidità ora, non possono permettersi di aspettare mesi. Ci sono attualmente garanzie messe a disposizione del governo e strumenti importanti come la cambiale agraria proposta da Ismea, ma vanno immediatamente attivati anche a livello locale. E per finire è necessario sburocratizzare, semplificare, snellire le procedure: la sburocratizzazione è oggi più che mai un ostacolo da superare.