Il diabete: una vera e propria epidemia

Intervista alla dottoressa Maria D'Aurizio, responsabile del Centro diabetologico dell'ospedale di Atessa: "Italia leader nella ricerca, ma servono più finanziamenti". La videointervista all'esperta

Daurizio Diabetologa Bcc Abruzzi E Molise
10 dicembre 2016
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Un centro diabetologico di tutto rispetto, divenuto nel tempo punto di riferimento di un intero territorio: è quello dell'ospedale "San Camillo De Lellis" di Atessa. La dottoressa Maria D'Aurizio è la responsabile: lavora insieme ad un team composto da una dietista e due infermieri, che esegue visite ambulatoriali. "Il diabete - spiega la dottoressa D'Aurizio - è una malattia cronica che colpisce larghi strati della popolazione. In Italia, per dare un dato, su 59 milioni di abitanti ne sono affetti 3,5 milioni. In questi ultimi anni ha destato notevole attenzione in quanto è risultata quarta causa di morte nel mondo". Cosa vuol dire essere diabetici? "Significa avere nel sangue un valore di glicemia sopra 126 milligrammi. La glicemia indica la presenza glucosio nel nostro organismo, vale a dire la "benzina" quotidiana da assumere per far funzionare al meglio la nostra macchina. Il suo funzionamento è regolato da un ormone che produce insulina. Se stimolato il necessario, questo meccanismo non funziona più. L'insorgere del diabete può provocare vari danni: agli occhi, con la retinopatia, ai reni, con l'insufficienza renale, e alle grosse arterie, come le coronarie, con il rischio di infarto, le arterie cerebrali, con l'ictus".

 

Dottoressa, come si previene il diabete? "È indispensabile correggere lo stile di vita: mangiare meno e meglio, e fare la giusta attività fisica. Se non basta, sarà il medico a indicare la terapia idonea. In questi ultimi anni sono stati ottenuti notevoli miglioramenti proprio in questo campo. Purtroppo - aggiunge - sono sempre di più i giovani ad essere colpiti, e il diabete giovanile si rivela sempre più aggressivo, con un'aggravante: l'insulina non viene prodotta per nulla, e l'unica cura risulta l'assunzione di insulina dall'esterno".

 

Il nostro Paese è attivo sul fronte della lotta al diabete? "L'Italia è un paese leader nella ricerca: i nostri ricercatori stanno dando tante energie, e stanno aprendo fronti importanti soprattutto nel settore delle cellule staminali che possono essere stimolate a diventare multidisciplinari, fino a trasformarsi in cellule beta che produco insulina. Finora si tratta di sperimentazioni di successo solo in vitro, ma comunque molto importanti".

 

Oltre alla cura farmacologica, quali altre vie contro il diabete? "Il trapianto del pancreas, anche se possibile solo per pazienti di diabete di tipo 1. Questa soluzione, se da un lato migliora la qualità della vita, in quanto si potrà fare a meno dell'insulina, dall'altro impone ai trapiantati di sottoporsi a terapie antirigetto".

 

In definitiva, cosa possiamo dire su questa malattia? "Purtroppo ad oggi manca una percezione dell'urgenza di questa vera e propria epidemia, per cui pubblico e privato dovrebbero iniziare a muoversi investendo più fondi, anche mediante azioni di crowfunding. Altrimenti, non si potrà mai intervenire in maniera efficace. Il nostro ringraziamento caloroso e sincero va alla Bcc Sangro Teatina, che sostiene il nostro centro diabetologico concretamente, dimostrando un'attenzione preziosa al problema e al nostro lavoro".

 

Guarda la video intervista alla dottoresa D'Aurizio: