Giuseppe Falcucci, tra giornalismo e scuola

Un atessano illustre, un grande abruzzese: il profilo dell'insegnante e dello storico caporedattore de "Il Tempo". E ora si lavora per dedicargli una fondazione

Giuseppe Falcucci Bcc Sangro Teatina
10 aprile 2014
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Un grande abruzzese, illustre figlio di Atessa, che ha dedicato la sua vita all'insegnamento e al giornalismo. Un esempio e maestro per intere generazioni, la cui opera ora si vuole tramandare anche con l'istituzione di una Fondazione nella sua città natale. La memoria di Giuseppe Falcucci è ancora viva in quanti lo hanno conosciuto e frequentato, in un itinerario di vita ricco e coinvolgente che vale la pena ripercorrere. Nato Ad Atessa il 13 febbraio 1925 da Mario e Agnese Di Giacomo, Giuseppe Falcucci cresce all'ombra di due illustri parenti: Antonio Scerni, alto magistrato e giurista nell'ambito della gerarchia fascista, e il fratello del padre, Benedetto Falcucci, primo vescovo della diocesi di Pescara-Penne. Nel 1943, conseguita la maturità classica presso il convitto “G. B. Vico” di Chieti, in piena guerra, si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università di Napoli. Nel 1946, a guerra finita, si trasferisce al terzo anno della stessa Facoltà dell’Università di Roma, dove due anni dopo si laurea brillantemente. Intanto la sua passione per lo sport lo induce a spedire al quotidiano “Il Momento” il resoconto di un'importante corsa ciclistica svoltasi in Abruzzo, che il giornale pubblica. Pochi giorni dopo, il 1 agosto 1946, arriva la lettera del direttore del giornale, Tomaso Smith, che lo nomina corrispondente da Atessa.

Rientrato nella sua città natale, fonda una scuola privata con gli amici Raffaele Sciorilli Borrelli, già ordinario di Storia e Filosofia e futuro parlamentare del Partito comunista, e Raffaele Bufano, ingegnere e matematico. La scuola si afferma rapidamente, ottenendo anche il riconoscimento ministeriale. Nel 1950 sposa Dora Piacentini, di Chieti, dalla quale avrà cinque figli. Con la nuova famiglia si trasferisce a Pescara dove, dal 2 settembre 1950, è corrispondente del quotidiano di Roma “La Libertà d’Italia”. L'anno successivo ottiene consegue la duplice abilitazione per l’insegnamento di lingua e letteratura italiana e latina, storia e geografia, e la corrispondenza di “Momento Sera”, lasciando al contempo la scuola privata per quella statale nell'ambito della quale resterà per quasi trent'anni.

Il suo impegno giornalistico, dopo l'assunzione nel 1955 della corrispondenza de “Il Giornale d’Italia”, aumenta nel 1957 con la nomina a capo della redazione di Pescara de “Il Tempo”, mentre le sue collaborazioni con “La Stampa” e “Stampa Sera”, riviste come “Gente” e “Oggi” o la Rai, prevalentemente inchieste sull'Abruzzo, gli valgono negli anni Sessanta i primi due premi giornalistici: il “Premio Lanciano” e il “Premio Atri”. Lo spazio che “Il Tempo” dedica alle cronache regionali cresce e con esso l'impegno alla guida della redazione pescarese che proseguirà ininterrotto per trentuno anni, fino al giorno della pensione. Continua a dividersi fra il giornalismo e l'insegnamento fino al 1976, quando non sarà più possibile la doppia professione: opta per il primo, chiudendo a malincuore la sua lunga pagina di scuola.

Nel 1981, con la nomina a consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, comincia il suo lungo impegno negli organi di rappresentanza della categoria. Nel 1993 riceve il premio nazionale “San Michele d'Oro” di Città Sant'Angelo insieme al futuro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con il pittore e scultore Vicentino Michetti e con il sociologo Achille Ardigò.

Il 16 aprile 2005 si spegne nella sua casa di Pescara assistito dalla moglie e dai figli. Il 30 giugno 2005, nel palazzo della Provincia di Pescara, la consulta dei presidenti degli Ordini regionali dei Giornalisti commemora la sua figura. Nell'occasione il Comune assume l’impegno di avviare l'iter abbreviato per intitolargli una via di Pescara, che diviene realtà il 1 aprile 2008. Nel 2013 il figlio Mario, con il sostegno dei fratelli Gaetano, Elvira, Mariassunta e Mariagnese, intraprende l'iter per costituire con sede in Atessa la "Fondazione Giuseppe Falcucci - per la memoria delle genti atessane".