Dodici artisti nel libro di Anna Maria Santoro: arte per immagini
Per le Edizioni Carabba, un volume che passa in rassegna pensieri ed esperienze di alcuni dei protagonisti del Novecento. Da molte loro opere sono stati tratti mosaici in esposizione nel museo a cielo aperto di Tornareccio
Alfredo Paglione, ideatore del museo a cielo aperto di Tornareccio e del museo dedicato ad Aligi Sassu ad Atessa, è mecenate e uomo di cultura. È a lui che è dedicato il libro di Anna Maria Santoro “Arte per immagini. Interviste a dodici grandi artisti del nostro tempo”, edito a febbraio 2021 da Carabba. Si tratta di un vero e proprio viaggio, non allegorico ma reale, durante il quale sono state raccolte dodici interviste ad artisti figurativi italiani incontrati dall’autrice nei loro studi tra il 2012 e il 2019, ad eccezione di uno di loro con il quale è intercorso uno scambio solo epistolare. Sono artisti dei quali Paglione si è occupato nella sua storica Galleria Trentadue a Milano e alcune delle loro opere, trasposte in mosaici, sono oggi esposte a Tornareccio. Si tratta di Claudio Bonichi, Ennio Calabria, Bruno Caruso, Armando De Stefano, Omar Galliani, Carlo Guarienti, Franco Mulas, Romano Notari, Ruggero Savinio, Giuliano Vangi, Piero Vignozzi e Giuseppe Zigaina che hanno narrato la loro vita rievocandola all’interno delle complesse dinamiche sociali, antropologiche e storiche, che hanno caratterizzato il panorama culturale italiano del XX secolo, con ricordi su temi quali la guerra, le contestazioni studentesche del Sessantotto, la diatriba su astratto e figurativo, le scoperte di fisica quantistica o l’intervento degli Stati Uniti nel mercato dell’arte.
Ogni capitolo ha inizio con la descrizione dei luoghi geografici in cui si trovano gli atelier e dei viaggi per raggiungerli. La prefazione è di Elena Pontiggia, la postfazione di Gabriele Simongini, l’apparato bio-bibliografico è curato da Valentina Cocco.
Alcuni brani tratti dal libro:
Claudio Bonichi: «Il mio primo studio? Negli anni del liceo. Era una mansarda sulla Fontana di Trevi».
Ennio Calabria: «Sono partito dalla Libia a causa della guerra».
Bruno Caruso: «Il primo studio a Roma era al terzo piano in Via Mario de’ Fiori 116 all’angolo con Via Frattina».
Armando De Stefano: «Bacon a Venezia mi disse: “Voi italiani avete male inteso il Realismo”».
Omar Galliani: «[Da studente], ricordo un grande disegno in bianco e nero che realizzai sul muro della mia stanza».
Carlo Guarienti: «In una delle cause contro Schifano andai con Guttuso in tribunale».
Franco Mulas: «All'inaugurazione della Biennale di Venezia del 1968 entrammo coi biglietti falsi».
Romano Notari: «L’invito di Cardazzo arrivò a scuola: “Vorrei farle una personale”».
Ruggero Savinio: «Nello studio di mio zio de Chirico facevo copie di opere di pittori antichi; mi correggeva un po’».
Giuliano Vangi: «Nel 1983 ho conosciuto Alfredo Paglione, molto amico di Mario De Micheli».
Piero Vignozzi: «Ottone Rosai mi disse: “Guarda che dipingere non è andare in un luogo e fare il paesaggio”».
Giuseppe Zigaina: «Pasolini partecipò a una mostra di artisti veneziani e friulani».