Credito rosa: per le donne un ruolo crescente
Nel sistema delle Bcc le donne hanno sempre trovato spazio, ma c'è ancora tanta strada da fare. Ne parliamo con Claudia Benedetti, presidente dell'associazione Idea
Claudia Benedetti è presidente di IDEE, associazione delle donne del credito cooperativo e responsabile del servizio Segreteria generale e Coordinamento programmi di Federcasse. Se oggi la riflessione sul ruolo delle donne all'interno del credito cooperativo ha raggiunto un livello significativo, lo si deve anche all’attività dell’associazione. Molto volentieri la presidente ci concede questa intervista.
Presidente Benedetti, che ruolo hanno oggi le donne nel credito cooperativo? Ha delle cifre al riguardo?
Un ruolo crescente, sia nel governo delle Bcc e delle realtà del sistema, sia negli ambiti operativi. Come abbiamo misurato nel Bilancio di Coerenza del Credito Cooperativo, la presenza femminile nei consigli di amministrazione delle Bcc sfiora il 13 per cento; per quanto riguarda il personale, le collaboratrici delle Bcc nel periodo 2012-2014 sono aumentate di oltre il 2 per cento, a fronte della diminuzione dell’1,4 per cento nel resto delle banche. Migliora dunque l'accesso delle donne nei luoghi di responsabilità come anche negli organici. Ma c’è ancora molta strada da percorrere, come evidenzia una indagine della Banca d’Italia dello scorso luglio. In essa si sottolinea che i board a composizione totalmente maschile sono ancora numerosi: su un totale di 579 banche analizzate, 259 non hanno donne nei propri consigli in nessun ruolo. L’organo di vigilanza ha anche indicato il 20 per cento come valore minimo di presenza di donne nei consigli e affermato che “La sana e prudente gestione degli intermediari dipende anche da un’adeguata composizione e funzionalità delle strutture di governo societario”. La differenza, anche quella di genere, è dunque una ricchezza, perché sguardi diversi, sensibilità diverse, competenze diverse, portano un indubbio accrescimento. L’Associazione iDEE ha proprio l’obiettivo di dare valore a questa differenza, che produce la crescita delle persone e di quello che le persone “abitano” (il loro contesto di lavoro, ad esempio) e costruiscono. In definitiva: il progresso di un Paese si misura con il grado di integrazione raggiunto dalla donna in tutti i livelli della società. Vale anche per le aziende. Dunque vale anche per il sistema del credito cooperativo. Direi che un pezzo di strada si è fatto, ma molta resta da fare.
Come, nel tempo, le donne hanno contribuito allo sviluppo del credito cooperativo? Ci sono state alcune donne in particolare che Lei vuole citare, al riguardo?
Credo sia stato rilevante soprattutto nell’unione di due elementi: professionalità ed appartenenza, ovvero competenza e adesione ai valori di questo sistema. Ho conosciuto all’interno della nostra realtà tantissime donne, e anche tantissimi uomini, per i quali lavorare nel credito cooperativo non costituiva soltanto un mestiere, ma un lavoro che aveva un significato ed un obiettivo più grande, riferito ad un “bene comune”. Penso che proprio questo sia stato il contributo speciale allo sviluppo del credito cooperativo. Dovrei citare molte persone, ma ne ricordo soprattutto una, che purtroppo ci ha lasciato troppo presto: Lia Zaccardi. Lia, che era tra l’altro di origine abruzzese, era vicedirettore di Federcasse e, tra i molti incarichi, responsabile della formazione di sistema e dell’organizzazione. Mi sono trovate in particolare con lei a portare avanti i primi ragionamenti sul valore della differenza, anche di genere, all’interno del credito cooperativo.
Donne e credito: in cosa fanno meglio e in cosa peggio rispetto agli uomini?
Una risposta netta correrebbe il serio rischio di cadere in facili stereotipi. Sebbene esistano ricerche che mostrano una maggiore prudenza nelle donne (in termini di tolleranza al rischio) e altre che fanno riferimento ad una attitudine di tipo relazionale più diffusa nel genere femminile, preferirei dire che è proprio nell’integrazione di sguardi ed esperienze diverse che si ottiene il meglio. Proverei allora a girare la domanda: ma il credito può fare a meno delle competenze e dell’approccio femminile?
Donne e impresa: com'è la situazione in Italia? Quale valore aggiunto dà una donna ad un'impresa?
La situazione del lavoro delle donne in Italia è molto complessa. La disoccupazione femminile, come quella giovanile, è molto più alta della media. L’accesso al credito delle imprenditrici, rispetto ai loro colleghi, è meno semplice. Il livello dei servizi di welfare è largamente lacunoso. Tutto questo si ripercuote, tra l’altro, sull’abbattimento della natalità: in Italia c’è uno dei tassi più bassi d’Europa. Ciò è in contrasto con i dati dei laureati italiani. Sono sempre di più le donne a laurearsi, non solo in discipline umanistiche, e con voti più alti. Ciò dimostra che le donne hanno grandi potenzialità inespresse. Occorre quindi un cambiamento di cultura e politiche che facilitino l'ingresso e la permanenza della donna nel mondo del lavoro.
Di cosa si occupa l'associazione Idee? Perché questo nome?
L’Associazione iDEE si pone la finalità di “promuovere e valorizzare il contributo delle donne del Credito Cooperativo attraverso lo scambio, tra gli associati, di valori, conoscenze ed informazioni di reciproco interesse e attraverso la realizzazione di momenti di incontro oltre che di interventi formativi”. Ne fanno parte donne e uomini e conta sul sostegno attivo di diverse Bcc e Federazioni. Oltre a momenti seminariali di formazione, approfondimento e confronto per gli iscritti, l’associazione ha sviluppato tre aree tematiche di attività: Prevenzione/Benessere (si sono realizzati eventi di prevenzione e informazione); Equilibrio & Armonia (si sono realizzati strumenti di informazione ad hoc e si è promossa l’attenzione sul tema a livello politico-decisionale. Federcasse ha infatti inviato specifiche Raccomandazioni alle BCC sul tema della diversity); CooperATTIVO. Il valore della cooperazione (contribuendo alla diffusione della conoscenza, soprattutto tra i giovani, della cooperazione di credito e, all’interno di questa, della pratica della cooperazione come metodo organizzativo e gestionale basato sul valore della differenza, anche di genere). Inoltre ogni anno, nell’ambito dell’assemblea di Federcasse, viene attribuito il Premio Speciale TraguardiDEE, riservato alle donne che nei diversi campi della vita economica, politica e sociale si sono distinte per un impegno particolare a favore della valorizzazione del ruolo femminile e per la promozione delle pari opportunità. Quando è nata, dodici anni fa, l’associazione voleva essere un luogo di scambio, confronto, crescita. Per questo il nome di iDEE. Un’opportunità perché le idee fioriscano e si mettano in circolazione.
In Abruzzo e Molise esiste e opera l'associazione?
Praticamente in ogni federazione locale l’associazione è presente grazie all’attività delle coordinatrici territoriali. In Abruzzo c’è una dinamica collega della Bcc di Pratola Peligna, Annamaria Cavallaro.
C'è spazio per gli uomini in questa associazione?
Lo statuto di IDEE prevede che possano diventare soci sia gli uomini, sia le donne. E, per fortuna, diversi uomini sono soci.
Conosce la realtà di Bcc Sangro Teatina? Cosa augura alle sue donne?
Si, conosco la Bcc Sangro Teatina come una realtà molto dinamica e attenta ai valori della cooperazione di credito. Cosa auguro alle donne (ma anche agli uomini) della Bcc? Parafrasando un claim del Credito Cooperativo (“Differente per forza”) direi: diamo forza alla differenza! Ne trarremo sicuro beneficio.