Apicoltura: il distretto del miele è qui
Tra Tornareccio, Atessa e Val di Sangro tanti produttori e famiglie vivono allevando api da sempre. Un successo apprezzato anche all'estero. Il video racconto di Regina di Miele 2014
Trentadue partite iva legate al mondo dell'apicoltura in un paese che conta 2 mila abitanti, quarantacinque persone impiegate in questo comparto, 10 mila alveari, che significano un quarto di tutti quelli abruzzesi, e circa 250 tonnellate di miele prodotte ogni anno che, secondo alcune stime, sono pari al 5 per cento della produzione nazionale. Benvenuti a Tornareccio, la storica "capitale abruzzese del miele" grazie a numeri importanti che parlano di una tradizione secolare.
Numeri che senz'altro diventano ancora più grandi se si considera tutto il comprensorio dove, negli anni, si sono trasferiti alcuni apicoltori in qualche modo legati a Tornareccio: da Atessa alla Val di Sangro, c'è un territorio che non a torto può essere definito il distretto dell'apicoltura abruzzese. In realtà, il miele che "nasce" in questo territorio è una parte minima: gli apicoltori di Tornareccio e dintorni, infatti, praticano sin dagli anni Sessanta del secolo scorso il cosiddetto "nomadismo", vale a dire spostano i loro alveari alla ricerca delle migliori fioriture. Se lasciassero i loro alveari nel territorio, infatti, avrebbero una produzione limitata in quantità e varietà, vista l'inevitabile ristrettezza delle fioriture locali.
Fu proprio per superare questo limite che a metà secolo scorso iniziarono le prime "migrazioni" stagionali: dapprima in Umbria, poi nel Lazio, gli apicoltori tornarecciani iniziarono lentamente ma inesorabilmente a trovare nuove piantagioni e nuove fioriture capaci di assicurare una quantità e una varietà maggiore di mieli durante l'anno. Se, quindi, vi piace il miele di arancio, lo troverete senz'altro dai produttori di Tornareccio, che portano i loro alveari dalle Puglie alla Calabria per far produrre alle api questa delicata tipologia di miele. Stesso discorso per il girasole, l'eucalipto, il timo, il castagno e via dicendo: ogni anno, centinaia di migliaia di chilometri vengono percorsi da camion e camioncini carichi di arnie colorate, tra Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Lazio, Molise, Abruzzo, Marche, Umbria ed Emilia Romagna.
Se nei secoli minime quantità di miele sono sempre state prodotte dai tornarecciani per uso proprio o come merce di scambio, è solo alla fine dell'Ottocento che Giuseppeantonio Iacovanelli intuisce che questa attività di sussistenza poteva diventare un'entrata economica capace di sostenere la sua famiglia: inizia proprio allora un'epopea fatta di sudore e fatica, ma anche di passione e innovazione, che ha coinvolto tante famiglie di tutto il comprensorio, e da cui nascono le cifre dei giorni nostri. Proprio in forza di questa tradizione consolidata negli anni e riconosciuta a livello nazionale (negli anni Settanta la Ambrosoli veniva a comprare miele da queste parti), nel 2002 Tornareccio insieme ad altri nove Comuni italiani è stato tra i soci fondatori dell’associazione nazionale Le Città del Miele, che attualmente comprende un totale di cinquanta territori associati. Inoltre, degli oltre cinquanta tipi di miele censiti dalla MielotecaItaliana, almeno una quindicina vengono realizzati dagli apicoltori di Tornareccio in virtù del nomadismo.
Oggi il miele di Tornareccio si vende non solo in tutta Italia ma anche all’estero: ci sono aziende che lo esportano negli Stati Uniti e finanche in Giappone. A fine settembre, da dodici anni, in paese si svolge Tornareccio Regina di Miele, la prima rassegna di apicoltura abruzzese, che ogni anno vede la partecipazione di migliaia di visitatori, molti dei quali da fuori regione. L'edizione 2014, con expo, mostre, spettacoli, eventi, degustazioni e cucina a tema, e importanti ospiti, si svolgerà sabato 27 e domenica 28 settembre. Programma e dettagli sul sito www.reginadimiele.it.
Guarda il video racconto dell'ultima edizione di Regina di Miele: