Vincenzo Pellegrini: pensiero libero e creativo, mano capace

Scultore e pittore autodidatta, ha conquistato il consenso di premi e gallerie internazionali. Vive e lavora ad Atessa in un atelier accogliente dove trasforma materiali in opere d’arte

Vincenzo Pellegrini Artista Foto Riccardo Menna Bcc Abruzzi E Molise
10 aprile 2019
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Un pensiero libero. Una mano capace. Uno spirito creativo. Una passione innata per il bello e per quella sua declinazione moderna che va sotto il nome di design. Vincenzo Pellegrini racchiude in sé tutto questo. E il suo elegante e accogliente atelier in corso Vittorio Emanuele ad Atessa ne è la vetrina affascinante, dove incontrare le sue opere – sculture soprattutto, ma da qualche tempo anche apprezzati dipinti - e la sua gentilezza che le sa descrivere con una passione coinvolgente.

 

La stessa passione che ha reso possibile quel successo capace di scavalcare i confini del territorio per far approdare i lavori di Pellegrini in gallerie prestigiose, in Italia e nel mondo. Nato ad Aosta nel 1970, l’artista ha frequentato fin da piccolo Atessa, il paese di suo padre, dove ora vive stabilmente e lavora. È Pellegrini stesso a raccontarci il suo percorso: “Sono completamente autodidatta: quella per l’arte in generale, e la scultura in particolare, è una passione che avevo sin da piccolo, progressivamente venuta a galla. E dire che tutto è iniziato quasi per caso qualche anno fa partecipai alla rassegna L’Oro d’Abruzzo a Pescara: presentai diverse lampade, tutte diverse, che poi riproposi anche ad Atessa dove ebbero un grande successo. Da questa esperienza, ne sono nate altre: la partecipazione ad un concorso internazionale di design e ad uno nazionale di scultura che ho vinto. E da lì si sono aperte le porte di eventi e mostre a Milano, Roma, Trieste, Bologna. Fino ad aggiudicarmi una commessa per Zurich, il colosso delle assicurazioni: ho realizzato ben sessanta sculture ora in esposizione in altrettante filiali d’Europa”.

 

Come definirebbe la sua arte? “Sono uno scultore che ama sperimentare con materiali diversi, che vanno dal legno al ferro all’acciaio fino al marmo. Mi piace cambiare, perché sono uno spirito libero, così come è libero il mio pensiero. Da un’intuizione, creo un’opera, che a volte richiede anche moltissima elaborazione”. Ci sono opere che riassumono la sua idea di arte? “Sicuramente Mirabilis, l’ultima che ho creato: una spirale sferica di acciaio inox, di difficilissima progettazione e realizzazione. Sono partito da una sezione aurea e ho sviluppato questa sfera prendendo spunto da studi di Cartesio. Il nome Mirabilis è quello che un matematico svizzero aveva dato alla sezione aurea”. Altre opere che hanno segnato il suo percorso? “Il mio omaggio a Pierpaolo Pasolini, un dodecaedro in acciao inox lucido, sulle quali ho inciso immagini di film del grande regista: un’opera apprezzata anche da Ninetto Davoli, interprete di film di Pasolini che, di passaggio qui ad Atessa, l’ha vista e ci si è fatto una foto. Significative anche le opere che ho dedicato a Federica Pellegrini, quando non era ancora famosa, il “Dado di D’Annunzio” che ho realizzato per la Biennale di Venezia, dopo essere stato selezionato da Vittorio Sgarbi tra i quaranta artisti che hanno rappresentato l’Italia, e “Burocrazia globale”, opera finalista al concorso "Canova Prize" Contemporary Art Award di New York”. E dopo la scultura, la pittura: “Quasi due anni fa la mia famiglia decise di regalarmi una mostra personale qui ad Atessa, dove ho esposto le mie opere: inizialmente astratte, sono diventate sempre più figurative. E ora mi diletto anche con i pennelli”. Sempre ad Atessa, Pellegrini ha realizzato tre opere tuttora esposte al pubblico: il monumento agli alpini, quello per la sezione Avis e la scultura adottata come simbolo dall’assessorato comunale alla Cultura.

 

Cosa c’è nel suo futuro? “Sto lavorando ad un progetto che sarà una sorpresa: non voglio sbilanciarmi. Intanto il mio ringraziamento va alla Bcc Sangro Teatina, che ha sponsorizzato in passato una mia personale, e in particolare al direttore Fabrizio Di Marco, persona che guarda lontano, come ce ne sono poche in circolazione”.