Sollievo all'animo: una cultura che sappia sollecitare autentico ottimismo

CORONAVIRUS: IDEE PER IL DOPO - Gli auspici e le idee dello scrittore Giovanni D’Alessandro

Giovanni Dalessandro Bcc Abruzzi E Molise
10 aprile 2020
La Mia Banca | 

Come ha vissuto l'emergenza il mondo della cultura abruzzese?

Il mondo della cultura abruzzese ha vissuto l’emergenza coronavirus in modo diverso da altri mondi. Quello culturale è certo un settore più fragile, più esposto, che lavorando su prodotti in senso lato “voluttuari”, è stato travolto prima - e quasi senza potere interloquire (…cosa mai avrebbe potuto dire, d’altronde?) - sulla necessaria contrazione o chiusura del suo mercato.

 

Quale futuro all'orizzonte?

Per la cultura temo che non avremo chissà quale cambiamento. In particolare, come narratore, temo che non ci sarà l’auspicabile maggior attenzione a ciò che il pubblico vorrebbe. Nelle major editoriali da decenni sono dominanti temi quali la sociopatia, il disagio relazionale, la patologia delle dinamiche familiari, oltre a una contrazione degli orizzonti dell’esistenza umana, tutte dimensioni che generano una narrativa asfittica, tetra, destinata a deprimere i lettori. Attenzione: la negatività è un virus contagioso che si trasmette dalla pagina al lettore… e anzi, nel parlare di pagina ci riferiremmo ai soli libri, mentre qui le stesse considerazioni possano estendersi anche ad altri ambiti artistici. Avremmo invece bisogno di essere sollevati d’animo, all’uscita da una dura prova. Quindi personalmente auspicherei una narrativa, anzi una produzione artistica, non leggera in senso deteriore, bensì lieve, con tematiche che ridiano all’uomo voglia di vivere, che facciano – perché no? - sorridere, se non ridere, che sortiscano insomma un sollevamento, un’evasione come magari avviene con qualche grande storia d’amore. Eros è sempre il contrario di thanatos. Abbiamo bisogno di sentirci ricoinvolti dall’amore. “Ripartire riarmati da ottimismo”, con libri che concorrano a rimettere in circolo la vita.

 

Tre idee concrete per far ripartire questo ambito.

Numero uno: cambiare completamente indirizzo nelle direzioni editoriali italiane circa i temi prevalenti, cioè sostituire positività all’imperante autoreferenziale negatività, in cui non moltissimi lettori sono poi destinati a riconoscersi. Ciò potrebbe sortire anche un recupero di mercato rispetto alla languente narrativa d’oggi: basta guardare le classifiche per accorgersi che il pubblico cerca ormai, in Italia, solo gialli o narrativa di gossip (prodotto redazionale, quest’ultimo, firmato, ma né scritto né pensato da personaggi dello spettacolo e dei media) mentre quando vuole approdare alla letteratura, di una certa qualità e di un certo respiro, il pubblico quasi sempre si rivolge a quella straniera. Numero due: investire sugli esordienti, se producono libri di qualità, perché sono gli unici a poter portare una ventata di novità in questa terra desolata che è la narrativa italiana d’oggi. Numero tre: favorire una ripresa e anzi un’intensificazione di incontri tra autori e pubblico. Viviamo nella società più “scrittoria” del genere umano da quando esiste, da quando cioè la informatica ha determinato, dopo la scrittura e la stampa, la terza rivoluzione del sapere umano. L’attrazione verso la scrittura è fortissima e intergenerazionale (anche se chi ambisce di più a scrivere, e lo fa sui social, pur con tutti i limiti di questi ultimi, sono in effetti i giovani), Ma dall’attrazione verso la scrittura nasce il bisogno di incontrare anche fisicamente gli autori, di confrontarsi con loro. Nel breve periodo, con tutte le misure che ci saranno ancora da osservare, non so quanto ciò sarà possibile. Tutte le manifestazioni letterarie sono state rinviate sine die, in attesa di far luce, e questo è anzi avvenuto in tutte le manifestazioni artistiche, dove però il contatto virtuale non può, oltre una certa misura, sostituire la fisicità. Aspettiamo. Per ora si naviga a vista. Sperando di riapprodare a breve in qualche prima isola felice.

 

Che ruolo possono avere nel rilancio della cultura banche del territorio come la Bcc Sangro Teatino?

Un ruolo essenziale, avendo la Bcc Sangro Teatina una penetrazione nel territorio con una capillarità unica. Data la straordinarietà della situazione, suggerirei un'iniziativa di alta visibilità e di basso costo: organizzerei, anche in edizione unica, un premio letterario post coronavirus magari articolato in più sezioni. Una sezione potrebbe guardare i giovani, gli esordienti (anche studenti di scuole superiori, di università ecc. contattando dei docenti, quali referenti, in occasione della riapertura a settembre di istituti e di corsi). Un'altra sezione potrebbe riguardare, magari, autori più conosciuti a livello nazionale, da invitare in una premiazione per qualche loro libro. Per nessuna delle due sezioni legherei il tema all’emergenza da cui stiamo uscendo, ridarei ossigeno e spazio all'amore per la cultura.