Risparmio, tra efficienza e trasparenza

Come cambia la banca nell'epoca della tecnologia: ne parliamo con l'economista Giuseppe Pennisi. "Cambiano le abitudini, ma rimane l'esigenza di un rapporto umano"

Giuseppe Pennisi Bcc Abruzzi E Molise
10 agosto 2016
La Mia Banca | 

Gestione del risparmio e servizi monetari e finanziari rappresentano da sempre il "core business" di una banca. Non a caso, si parla di queste attività anche nell'articolo 2 dello statuto della nostra Bcc. Con il professor Giuseppe Pennisi, dunque, proseguiamo il nostro percorso di approfondimento sui temi contenuti nell'articolo più importante dello statuto di una banca di credito cooperativo e, dunque, anche di Bcc Sangro Teatina. Un percorso, giova ricordarlo, che ha intercettato altri autorevoli economisti come Stefano Zamagni, Luigino Bruni e Leonardo Becchetti.

 

Professor Pennisi, quali sono i servizi che una banca deve dare alla sua clientela? Le sembrerà banale, ma in tempi di profondi cambiamenti, è opportuno ripensare anche le basi del "fare banca".

Indubbiamente in una fase di rapido sviluppo tecnologico, le banche, anche quelle locali, devono cambiare per restare competitive. Ci sarà sempre più home banking e sempre meno servizio allo sportello per prelevare o depositare. Tuttavia, i dirigenti ed i funzionari di banca continueranno ad avere una funzione importante: di consiglieri dei loro clienti in materia di investimenti in portafoglio e se hanno una forte preparazione anche in capitale fisso reale.

 

Come questi servizi stanno cambiando, e come sta evolvendo il sistema in generale ai tempi della tecnologia?

Come accennato tratteggiando il cambiamento dei servizi e delle funzioni stesse di chi lavora in banca, assistiamo ad un mutamento molto più rapido e molto più radicale di quello previsto: quindi, richiede formazione, cambi di atteggiamenti e disponibilità a mutare abitudini radicate. Da parte di tutti.

 

Quanto è importante il rapporto umano nell’erogazione di questi sevizi? Se ne può fare a meno o si può delegare tutto alla tecnologia?

I servizi bancari hanno in parte le caratteristiche di un "bene relazionale". Come per gli insegnanti ed i medici, la loro efficienza ed efficacia e la loro qualità dipendono dalla empatia tra banchieri, bancari e clienti. Questi aspetti "relazionali" sono ciò che la tecnologia non può dare e saranno prevalenti nella competizioni tra istituti del futuro.

 

Che cos’è il risparmio e come si fa risparmio ai tempi di tassi pari a zero?

Il risparmio è quanto non si impiega per consumi occorrenti. Anche in tempi a tassi pari a zero, si possono trovare buone opportunità se si guarda al lungo termine, alle esigenze per la terza età ed a quelle dei propri figli e nipoti. Esistono prodotti finanziari che rispondono proprio a questi obiettivi.

 

Si può impostare una vera e propria educazione su questo argomento?

Si deve. A livello locale molti istituti o in proprio od in collaborazione con università a loro vicine dovrebbero organizzare corsi a vario livello sui cambiamenti di finanza e tecnologia nel contesto sia internazionale sia italiano, regionale e provinciale. Particolarmente utili i corsi sui gradi di rischio associati a vari prodotti.

 

L’Italia rimane un popolo di risparmiatori?

Si dice spesso che l'Italia può contare su un'alta propensione al risparmio delle famiglie. Si tratterebbe di una garanzia di stabilità finanziaria a fronte di un debito pubblico elevato e di un persistente disavanzo dello Stato. Almeno dal 2000 tale affermazione non è più corrispondente alla realtà. Se nel 1997-98 il tasso di risparmio delle famiglie era ancora intorno al 20% (un primato tra i paesi Ocse), oggi il valore è sceso all'8-9%. Il fenomeno è certamente una conseguenza della recessione: quando il reddito personale cala, si risparmia meno per evitare un calo eccessivo dei consumi. Ma non possiamo escludere un cambiamento strutturale.

 

Cosa possono e devono fare le banche per incentivare il risparmio e tutelarlo? Quanto è importante la trasparenza?

Se i redditi si comprimono, è arduo pensare ad una crescita del risparmio. L’andamento dell’economia dipende dal contesto internazionale, dalla politica economica, dalle capacità imprenditoriali. Non da quanto può fare una singola banca o l’intero settore bancario. La banca però può illustrare chiaramente e con grande trasparenza il quadro esistente e gli scenari che si profilano.

 

Come si riacquista la fiducia nelle banche?

In primo luogo, dimostrando di essere in grado di risolvere i problemi della clientela. In secondo con grande trasparenza. Questi sono i due elementi essenziali per ristabilire un clima di fiducia.

 

La Bcc Sangro Teatina ha appena presentato il suo bilancio 2015. Colpisce, tra i vari dati, l'indice di patrimonializzazione, più alto di gruppi bancari di livello nazionale: cosa le fa pensare? Che giudizio ha di banche come la nostra, in grado di far quadrare i conti continuando a sostenere il territorio?

Non può essere che positivo. Il mio plauso, dunque, ad una realtà così solida, che ha saputo fare banca anche in tempi difficili, rimanendo attaccata al suo territorio e alla sua clientela.

 

Giuseppe Pennisi

Giuseppe Pennisi, nato a Roma nel 1942, ha avuto una prima carriera negli Usa (Banca mondiale) sino alla metà degli anni Ottanta. Rientrato in Italia è stato dirigente generale ai Ministeri del Bilancio e del Lavoro e docente di economia al Bologna Center della Johns Hopkins University e della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione di cui ha coordinato il programma economico dal 1995 al 2008. Docente alla Università Europea di Roma ed alla Unilink sino al 2013, è attualmente Consigliere del Cnel e presidente del Board Scientifico del Centro Studi Impresa Lavoro. Ha pubblicato una ventina di libri di economia e finanza in Italia, Usa, Gran Bretagna e Germania. Frequente collaboratore di quotidiani e periodici, attualmente scrive regolarmente per Avvenire è per varie testate online.