Museo Aligi Sassu: ad Atessa, per ripartire dall'arte

Ancora più ricco il museo dedicato al grande maestro: in esposizione 270 tra grafiche, sculture e ceramiche. E Bcc scommette sulla cultura come volano. Il video racconto del museo

Museo Sassu Bcc Sangro Teatina
10 settembre 2013
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E se, accanto al museo dedicato ad Aligi Sassu, nascesse una scuola di grafica? L'ennesima, vulcanica idea è stata lanciata lo scorso 17 luglio da Alfredo Paglione, nel corso della cerimonia inaugurale della mostra "Il gran fuoco di Aligi Sassu - 60 ceramiche e sculture dal 1939 al 1989 - Una selezione di opere dal Museo Sassu di Castelli", in esposizione presso il museo atessano di Palazzo Ferri dedicato al grande maestro sardo-milanese. Di questo museo, gestito con attenzione e cura dalla Fondazione MuseAte, Paglione è l'ideatore: le duecentodieci opere di grafica e scultura in esposizione dal 2010, anno di inaugurazione, sono state donate proprio da lui, che di Sassu era il cognato, mentre le sessanta ceramiche in esposizione da luglio provengono da una donazione che sempre Paglione fece al museo di Castelli, attualmente in fase di restauro, dove ritorneranno non appena terminati i lavori.

 

La mostra è composta da piatti di grande dimensione con soggetti diversi, tra i quali i cavalli che costituiscono il motivo dominante della produzione ceramica di Sassu. Ci sono piatti di grande formato, una selezione di un servizio da tavola a colori, sempre sul tema dei cavalli, alcuni multipli e pregevoli sculture in terracotta, maiolica, bronzo, argento. "Con questa mostra - spiega la professoressa Adele Cicchitti, curatrice della mostra insieme a Anna Pia Apilongo e Anna D'Intino - l'intero itinerario artistico di Sassu è ora visitabile ad Atessa, nella splendida cornice di Palazzo Ferri, dove non solo la pittura, ma anche la scultura e la ceramica raccontano uno degli artisti più grandi di tutto il Novecento". "Nessun museo al mondo - ha detto Paglione il giorno dell'inaugurazione della mostra - conta oggi più opere di Sassu: grazie ai duecentosettanta capolavori, il primato indiscusso va ad Atessa, che non solo deve portare alto il nome di mio cognato ma può rendere l'arte strumento di crescita di un territorio. Per questo, perché non pensare ad una scuola di grafica, visto che in questo museo ci sono le più importanti grafiche di Sassu? Nella vicina Tornareccio, invece, si sta già realizzando una Scuola di Mosaico, nata attorno al museo all'aria aperta fatto di splendide opere musive. In questo modo, due centri mostrerebbero l'arte, insegnandola anche".

 

L'arte, dunque, come motore di sviluppo. Del resto, non è un caso se tra chi, sin dall'inaugurazione della struttura museale nel 2010, ha scommesso su questo valore c'è proprio Bcc Sangro Teatina, finanziatrice delle iniziative. Spiega il direttore generale Fabrizio Di Marco: "La promozione dell’arte è parte integrante del nostro tentativo quotidiano di produrre, accumulare e distribuire un utile che si chiama attenzione e sensibilità verso il territorio, anche di natura non prettamente finanziaria. Sin dalla costituzione della Fondazione MuseAte abbiamo scommesso su un felice modello di organizzazione culturale, per la pluralità dei soggetti pubblici e privati coinvolti, in grado di “fare rete” in forma efficace ed innovativa, con un sapiente e riuscito intreccio delle diverse competenze e punti di vista. Questo è un dato di fatto importante in un’epoca di veloce e drammatica contrazione delle risorse pubbliche a favore della cultura.

 

La cultura non è un lusso, è una necessità e rappresenta un fattore competitivo strategico per tanti comparti della nostra economia. Attraverso il sostegno, l’ampliamento e la promozione del museo Sassu, la nostra città potrebbe sviluppare un turismo di portata rilevante necessario più che mai al rilancio dell’economia cittadina. Atessa può essere un esempio di “ricchezza culturale” per il territorio: l’arte non ha solo un’importanza estetica, ma è portatrice di una forza rigeneratrice e di una valenza soprattutto economica sulla quale è possibile credere e investire.

 

Guarda il video racconto del museo: