Luciano D'Amico: "Una banca illuminata capace di guardare oltre la crisi"

L'intervento del rettore dell'Università di Teramo al convegno per i 110 anni di Bcc Sangro Teatina

Luciano Damico Bcc Sangro Teatina
La Mia Banca | 

A fine Ottocento in Val di Sangro si verificò un mutamento epocale: viene meno un consolidato modello produttivo fatto di contadini un po' artigiani, e quello che era il protodistretto laniero dell'Aventino entrò in crisi. A fronte di questa dissoluzione, però, ci furono iniziative economiche e sociali di grande innovazione: ad Atessa nacque la Cassa Rurale nel 1903, mentre dieci anni prima Filippo De Cecco inventò a Fara San Martino l'essicazione meccanica della pasta, iniziando addirittura ad esportarla in America. Nel 1912, infine, nacque la ferrovia Adriatico-Sangritana, che rese possibile l'infrastrutturazione di una regione storicamente povera di collegamenti veloci.

 

Come si vede, furono tre risposte pronte ad una crisi in atto. Il passaggio dal monte frumentario alla Cassa Rurale, così, fu un cambio epocale perché Cassa Rurale voleva dire gestione del credito, imprenditorialità, responsabilità. Al di là dei vantaggi legati all'approvvigionamento finanziario, la Cassa Rurale permise di creare professionalità in grado di fare imprese, di valutare le imprese stesse, stimolarne di nuove. Nel caso della Sangritana, una ferrovia voleva dire una velocità di movimento impensabile prima. In breve: alla fine dell'Ottocento non si pensò a rilanciare il distretto laniero, ma si pensarono nuove cose. Non dimentichiamo che non era affatto facile fare una banca a quei tempi, e infatti altri tentativi fallirono.

 

Ad Atessa fu possibile perché ci fu chi seppe immaginare nel tempo nuovi settori produttivi da sostenere, nuove sfide da affrontare. Oggi serve lo stesso sforzo di responsabilità, di rischio e di autogoverno: se noi riuscissimo a rafforzare la capacità imprenditoriale del nostro territorio, e a individuare i settori dove indirizzare le risorse, usciremmo più velocemente dalla crisi. Sono certo che, in questa capacità di captare il nuovo e sostenerlo, le Bcc svolgono un ruolo che le grandi banche non sanno fare. Come rettore di un importante ateneo come quello di Teramo, inoltre, non posso che auspicare che nell'individuare chi sostenere, si faccia uno sforzo ulteriore per accompagnare i giovani, che sono la risorsa del futuro. È vero, come dice un proverbio: quando piove, piove per tutti. Oggi ci troviamo tutti immersi in un contesto di crisi, non solo un comparto, come poteva essere quello laniero a fine Ottocento. Ma proprio per questo, chi oggi ha l'ombrello non si bagna.

 

In altre parole, è proprio oggi che dobbiamo chiederci: quali sono le opportunità in questo momento di crisi? Che rivoluzione epocale possiamo fare oggi? Cosa sostenere prioritariamente? In questo senso, puntare sulla formazione e la crescita delle persone è decisivo, perché le cose non cambiano, se non cambiano le persone, il loro modo di intendere e di lavorare. In definitiva: è questo il momento in cui dobbiamo muoverci tutti laddove possiamo incidere davvero. La politica faccia la sua parte: se pensiamo ad esempio all'assistenza sanitaria, ne abbiamo una da primo mondo che ci spinge però verso il terzo mondo a causa di conti non in ordine. Si renda più produttiva la spesa pubblica. Se ognuno fa la sua parte, sarà inevitabile tornare a crescere, e uscire dalle secche di questa crisi.