Le sfide future e l’identità della Banca Cooperativa

​L'editoriale del numero 10 dell'house organ La Mia Banca, a firma del presidente Pier Giorgio Di Giacomo

Pier Giorgio Di Giacomo
10 agosto 2016
La Mia Banca | 

Il decreto legge 18 del 2016, recante misure urgenti tese alla riforma delle banche di credito cooperativo, è stato convertito in legge 8 aprile 2016, n. 49. Essa è una delle più importanti riforme che il Credito Cooperativo ha affrontato sin dai tempi della prima Cassa Rurale Italiana, nel lontano 1883. Una riforma che si può definire “epocale”, dopo quella del 1993 quando venne sancita la trasformazione da Casse Rurali a Banche di Credito Cooperativo.

 

La riforma delle banche di Credito Cooperativo (spesso chiamata autoriforma con qualche presunzione) è volta ad assicurare condizioni di maggiore stabilità al sistema delle Bcc, mediante l’azione di controllo e coordinamento nei confronti delle banche aderenti da parte della nascente capogruppo che avrà la forma di società per azioni. L’adesione alla nuova spa è obbligatoria, pena il ritiro della licenza bancaria o la modificazione della ragione sociale.

 

L’adesione, tuttavia, non è automatica perché ogni istituto di credito dovrà sottoscrivere un "patto di coesione" che disciplina la direzione e il coordinamento della capogruppo su tutte le banche. Ampi e diversificati saranno i poteri assegnati alla capogruppo, la quale potrà giungere sino alla rimozione dei vertici aziendali in caso di palese inosservanza delle indicazioni provenienti dalla stessa. Forte sarà comunque la graduazione degli interventi in funzione della virtuosità della singola Bcc, per cui a banche sane e robuste non saranno assegnati vincoli particolari, mentre alle banche deboli saranno imposti vincoli severi. In queste ultime, in caso di necessità, la capogruppo potrà intervenire anche con operazioni di sostegno alla patrimonializzazione della singola Bcc.

 

La nostra Bcc è solida, efficiente e trasparente, come confermato da taluni nostri coefficienti patrimoniali.

 

La rivista Altroconsumo Finanza ha analizzato l’affidabilità della stragrande maggioranza delle banche italiane, dai grandi gruppi fino alle più piccole realtà del credito cooperativo, valutando ogni istituto di credito e attribuendo da uno a cinque stellette in base alla loro affidabilità. Per calcolarla ha tenuto conto di due indicatori il “common equity tier 1" e il "total capital ratio”, entrambi mettono in relazione il patrimonio della banca al totale degli impegni assunti. In pratica questi rapporti dicono quanto la banca è in grado di fronteggiare eventuali difficoltà nel recuperare i prestiti concessi. Ebbene secondo questa valutazione, alla Bcc Sangro Teatina sono stati attribuiti 4 stellette, mettendo in evidenza la buona affidabilità della nostra banca.

 

La riforma del credito cooperativo, quindi, contribuirà a rendere più sicuro il nostro sistema, garantendo ai depositanti una maggiore tutela rispetto al passato.

 

Certo le nostre banche cambieranno. Dovranno innanzitutto essere imprese con i conti in ordine, dotate di un solido patrimonio e soprattutto di una importante capacità di generare utili, per rafforzare ulteriormente il patrimonio anche nei momenti di crisi. Grande attenzione sarà riservata alla capacità organizzativa delle Bcc e all’adeguatezza dei sistemi di controllo.

 

Certo che su alcune cose le nostre banche non dovranno cambiare. Anzi dovremo affrontare il futuro con la convinzione ancora più salda dell’importanza dei valori del credito cooperativo. La nostra "identità" e la nostra "differenza" sono ormai una realtà riconosciuta ed apprezzata dal mondo imprenditoriale e dalle famiglie; inoltre, la forma cooperativa ci pone quale unico esempio di democrazia economica, in grado di soddisfare le esigenze dei soci, quali proprietari effettivi della banca, e delle comunità locali.

 

Non dovremo dimenticare la ragione per cui siamo nati continuando a difendere i nostri soci e il nostro territorio.

Pier Giorgio Di Giacomo

Presidente Bcc Sangro Teatina