Le cooperative di comunità intraprendenti

Nascono dal basso, creano benessere e coinvolgono persone in un progetto comune. Alla scoperta di un modo nuovo di intendere il territorio e le persone

Cooperative Di Comunita Bcc Abruzzi E Molise (1)
10 dicembre 2016
La Mia Banca | 

C'era anche una rappresentanza dei giovani soci della Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina alla Scuola delle cooperative di comunità, promossa da Confcooperative e Legacoop e tenutasi a Succiso e Cerreto Alpi, in provincia di Reggio Emilia, nel mese di novembre scorso: incontri, laboratori, approfondimenti, dibattiti e racconti di esperienze in corso o in fase di progettazione sono stati i momenti centrali del percorso formativo e informativo, per raccontare come le cooperative possono fare comunità.

 

Ma cosa sono le cooperative di comunità? Si tratta di una forma di impresa che nasce con la finalità di operare localmente, per valorizzare la comunità territoriale di riferimento, sviluppando nel suo ambito occupazione e coesione sociale, per contrastare lo spopolamento, specie nei piccoli centri e favorire il consolidamento e la crescita qualitativa dei servizi per coloro che hanno deciso di vivere in quei luoghi. In sostanza, producono beni e servizi che incidono in modo stabile e duraturo sulla qualità della vita sociale ed economica della comunità. Dunque, con questo quadro prospettico, la loro presenza non è marginale, bensì attiva e foriera di importanti ricadute. 

 

Tra gli ambiti di intervento delle coop di comunità, troviamo il turismo, la salvaguardia, la valorizzazione e la manutenzione del patrimonio culturale (artistico, architettonico e archeologico) e naturale (floro-faunistico, ambientale, territoriale), la produzione di energia (anche alternativa) e la sua utilizzazione razionale e equilibrata alle reali esigenze, i servizi (sociali, di mobilità, di istruzione, di sostegno, ecc.), la valorizzazione delle produzioni locali (specialmente agro-alimentari e artigianali), la salvaguardia della memoria storica (tradizioni, usanze e patrimonio linguistico vernacolare).

 

Sono state tante e interessanti le storie raccontate e gli spunti non sono di certo mancati. In Italia oggi ci sono cooperative di comunità, come quelle della Valle dei Cavalieri di Succiso e dei Briganti di Cerreto Alpi (che hanno ospitato la scuola) che danno lavoro a decine persone, in luoghi che hanno condizioni avverse: la cooperazione, come è stato affermato, diventa lo strumento per organizzare le risorse, per trasformare asset latenti e dargli valore aggiunto, rivitalizzando le comunità stesse.

 

A Cerreto Alpi, comunità dove opera la cooperativa dei Briganti, vivono sessanta persone, dieci delle quali lavorano a tempo pieno per la cooperativa, erogando servizi di varia natura. Le cooperative di comunità sono una testimonianza che anche in questi luoghi sono possibili condizioni di sostenibilità economica: esse sono lo strumento e le comunità sono il valore, come ci ha ricordato anche Giovanni Lindo Ferretti (ex CCCP e CSI), che ha conversato con i partecipanti dopo la cena di venerdì 25 novembre con un racconto-dialogo-evento sui temi collegati alla scuola. Nel corso della serata di venerdì 11 novembre a trascorrere la serata con i partecipanti c'era Andrea Cresti, del Teatro Povero di Monticchiello.

 

Hanno animato le discussioni e le sessioni della quattro giorni Francesca Battistoni (Social Seed), Elena Casolari (fondazione ACRA), Massimo Castelli (ANCI), Tony Della Vecchia (Confcooperative), Giovanni Devastato (Università La Sapienza), Marco Dotti (Vita Magazine), Emanuele Ferrari (insegnante e scrittore), Giovanni Fosti (Università Bocconi), Mauro Iengo (Legacoop), Vincenzo Marino (ICN Confcooperative), Gino Mazzoli (Studio Proxis), Giorgio Osti (sociologo ambiente territorio), Lodovico Patelli (coop. L'innesto). Alessandro Pirani (consulente manageriale), Andrea Rapisardi (agenzia Lama), Daniele Rossi (Fondazione Accenture), Ricardo Stocco (archeologo), Andrea Vecchia (esperto di politiche per lo sviluppo), Paolo Venturi (Aiccon), Flaviano Zandonai (Euricse). Con loro, Giovanni Teneggi (Confcooperative Reggio Emilia) e Carlo Possa (Legacoop Emilia Romagna Ovest).

 

Interessante e degna di nota il pensiero finale di Paolo Venturi, direttore Aiccon: "Le coop di comunità sono nuove economie di scopo, profondamente diverse da quelle economie di scala che spesso guidano le scelte della crescita, sono dispositivi del cambiamento ancora fragili ma potenti per la valenza segnaletica che incorporano: la produzione è un fatto sociale e la qualità della vita, conta".

 

Carlo D'Angelo

 

 

CHI HA OSPITATO LA SCUOLA

I Briganti di Cerreto (nella foto parte della squadra) sono una cooperativa di comunità che ha sede e opera in Cerreto Alpi, nel neo comune di Ventasso. Istituita nel 2003 è attiva dallo stesso anno. Garantisce occupazione a 10 delle 60 persone che vivono nella comunità locale. Eroga servizi sociali di varia natura (cura del verde e del territorio, turismo, commercializzazione di prodotti, corsi didattici naturalistici, storici e culturali, servizi ambientali, gestione di strutture ricettive, gestione di servizi vari anche per conto di enti locali) e rappresenta un valore inestimabile per Cerreto. Attiva dal 1991, oggi la cooperativa di comunità Valle dei Cavalieri (nella foto il centro polivalente) è una realtà e una certezza per Succiso e l'intero comprensorio. Gestisce una bottega di alimentari, un bar, una sala convegni, un agriturismo con 20 posti letto, un ristorante, un centro benessere, un campo polivalente, organizza attività turistiche, produce il pecorino e la ricotta dell'Appennino reggiano e gestisce il servizio scolastico, trasportando anche provviste e medicine. La cooperativa è formata da 33 soci volontari, 7 dipendenti fissi (oltre il 10% della popolazione) e altri stagionali. Attualmente il fatturato della Valle dei Cavalieri si aggira intorno ai 700mila euro l'anno.

 

LE COOP DI COMUNITA': LA DISCIPLINA IN ABRUZZO

L'Abruzzo è una delle poche regioni d'Italia che, ad oggi, ha disciplinato con apposita norma, le cooperative di comunità. Lo ha fatto con la legge regionale 8 ottobre 2015, n.25, per oggetto: "Disciplina delle cooperative di comunità". "Valorizzando le competenze della popolazione residente, delle tradizioni culturali e delle risorse territoriali", si legge del dispositivo, esse perseguono "lo scopo di soddisfare i bisogni della comunità locale, migliorandone la qualità, sociale ed economica, della vita, attraverso lo sviluppo di attività economiche eco-sostenibili finalizzate alla produzione di beni e servizi, al recupero di beni ambientali e monumentali, alla creazione di offerta di lavoro". Presso l'assessorato alle politiche sociali, alle politiche attive del lavoro e all'associazionismo/terzo settore, è istituito l'albo regionale delle cooperative di comunità, a cui questi soggetti possono iscriversi qualora in possesso dei requisiti previsti dalla presente legge per ottenere il riconoscimento di cooperativa di comunità.