La chiesa di Botta: la grande bellezza a Sambuceto

Entra nella fase finale la costruzione del nuovo complesso parrocchiale firmato dall’archistar svizzera. Don Massimo D’Angelo: “Un’opera densa di significato pensata per tutti”

Parrocchia Sambuceto Botta Bcc Abruzzi E Molise
10 dicembre 2019
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La chiesa che vedrà finalmente la luce di qui ad un paio d’anni a San Giovanni Teatino non è semplicemente la “nuova parrocchia di Sambuceto”: è molto di più. È un capolavoro destinato a richiamare l’attenzione non solo dei fedeli ma anche di studiosi e appassionati di cose belle e importanti. L’ha ideata Mario Botta, del resto: l’archistar svizzera ha firmato altre importanti chiese e costruzioni nel mondo, e quella di Sambuceto – come ha ammesso egli stesso – rappresenta l’apice della sua carriera. “Ma la cosa più interessante di questa lunga vicenda è che questa bellezza è davvero per tutti: dal benestante al bisognoso, tutti potranno lasciarsi vincere da tanto splendore” dice sorridente il parroco, monsignor Massimo D’Angelo, mentre mi accompagna in una visita al cantiere che ora, dopo fasi travagliate, si accinge ad entrare in quella finale, con la realizzazione degli interni e l’ultimazione di giardini, parcheggi e servizi connessi tutt’intorno.

 

La storia ha avuto inizio qualche anno fa, quando il compianto monsignor Bonifacio Mariani iniziò a valutare l’ipotesi di una nuova chiesa al posto di quella precedente, fatiscente e soprattutto insicura per via anche dell’assenza di fondamenta, definitivamente demolita nel 2010 dopo un referendum con il quale si coinvolse la cittadinanza nella scelta. L’idea di chiedere a Botta il progetto venne all’arcivescovo Bruno Forte, amico personale dell’architetto svizzero: una scelta felice, anche in virtù del fatto che il progettista ideò il complesso a partire da un confronto con la cittadinanza, e culminata con la donazione di un doppio progetto. “Non solo quello della chiesa – prosegue don Massimo - ma anche del rifacimento della piazza al posto della vecchia parrocchia, in virtù di uno scambio di terreni con il Comune. Ne è nata una riqualificazione complessiva della zona, che sta dando a Sambuceto un’identità nuova e precisa capace di superare il disordine precedente”.

 

Il colpo d’occhio, in effetti, è notevole: la piazza è già stata terminata, sono stati posizionati gli arredi urbani ed il verde è curatissimo, mentre lo sguardo è sapientemente guidato verso la nuova chiesa con un bel gioco prospettico fatto di mattonelle, sedute e illuminazione d’effetto.

 

Naturalmente, un simile progetto, al servizio della parrocchia più grande di tutta la diocesi di Chieti-Vasto, ha dovuto fare i conti con necessità economiche non secondarie: “La Conferenza Episcopale Italiana decise di sostenere i lavori con i fondi dell’8 per mille, purché integrati da altri: quelli del Comune e di imprenditori privati. Purtroppo, per via della crisi economica degli ultimi anni, questi ultimi sono venuti meno mentre quelli promessi dall’amministrazione comunale sono stati ridotti e in parte sostituiti da fondi Fas che la Regione Abruzzo ha convogliato sul progetto. Per questo, a più riprese abbiamo dovuto interrompere i lavori e si è dovuto rimaneggiare il progetto iniziale, che è comunque rimasto integro nella sostanza”.

 

E proprio la sostanza va ben compresa in questo complesso parrocchiale di San Rocco: in primo luogo, siamo di fronte ad un mix di novità e tradizione, a partire dall’uso di materiali quali il travertino – il marmo del colonnato di San Pietro per intenderci – che riveste tutto l’esterno. Inoltre, l’affiancamento di aula liturgica e dei locali parrocchiali, ricompresi in un porticato che contorna la piazza in un simbolico abbraccio che include. Ma soprattutto la strabiliante forma dell’aula liturgica: una croce che guarda verso il cielo, alta ben trenta metri. “La croce – spiega il parroco – fu un’idea suggerita dall’arcivescovo Forte a Botta. Simboleggia una ferita aperta, che di giorno lascia entrare la luce nell’aula priva di finestre e di notte la lascia uscire: è il cuore della redenzione, che apre alla speranza. Una speranza che è per tutti, proprio come questa chiesa”.

 

Un’operazione destinata a lasciare il segno, insomma, che non poteva che avere Bcc Sangro Teatina accanto: “Abbiamo sottoscritto una fidejussione importante grazie alla banca, l’unico istituto di credito che ha sposato la nostra causa. Anche in questa occasione – conclude il sacerdote – si è dimostrata vicina alle esigenze del territorio. Il nostro grazie a loro, e quanti insieme a noi continuano a credere in un sogno di bellezza per tutti”.