Concetta Marcucci: la nostra banca è davvero differente
La gratitudine della storica responsabile dell’area controlli interni della nostra banca, che va in pensione: i ricordi e gli insegnamenti di 38 anni passati nella grande famiglia Bcc
Concetta, da quanti anni lavori in Bcc Sangro Teatina?
Dal 10 maggio 1982 sono dipendente della Bcc Sangro Teatina, che allora si chiamava ancora Cassa Rurale ed Artigiana “San Francesco di Assisi” di Atessa.
Ricordi il tuo primo giorno di lavoro in banca?
Quando sono entrata, la Cassa Rurale era nella vecchia sede di via Trento e Trieste: non c’erano i computer, utilizzavano macchine da calcolo meccaniche che registravano su supporto cartaceo. L’ambiente era piccolo ma accogliente ed eravamo in pochi. Mi fu assegnato il numero di matricola numero 7. L’emozione era tanta: lavorare in banca era un sogno fin dai tempi della scuola! A fine novembre del 1982 andai a Roma per una settimana di formazione e a gennaio 1983 partimmo con il sistema di registrazione informatico. Nel 1985 ci siamo trasferiti nell’attuale sede e tutto ha iniziato ad avere una nuova connotazione: il cammino di modernizzazione era iniziato e nel corso degli anni ho avuto tante opportunità.
Quali ruoli e funzioni hai ricoperto in banca? E in quali filiali hai lavorato?
Dopo i primi sei anni di sportello nell’unica filiale di Atessa, nel marzo del 1988 sono andata nell’Area Amministrativa-Contabilità e Bilancio, dove ho trascorso ben 17 anni di cui 12 come responsabile.
Quali sono stati i momenti più avvincenti in tutti questi anni della tua carriera?
Sono stati anni importanti dove ho affinato abilità e sviluppato conoscenze che mi hanno permesso nel 2005 di poter accettare la proposta di dar vita ad una nuova area, quella dei Controlli Interni, in qualità di responsabile. In questi ultimi sedici anni gradualmente ho realizzato strategie e raggiunto obiettivi di Risk Management, Compliance e Anti Money Laundering. Il nuovo ruolo mi ha vista continuamente in movimento tra Roma, presso l’Abi, e Milano, presso l’Aira, per poter dare alla nostra banca il meglio in tema di conformità e normative interne.
Che significa far parte della “Grande Famiglia Bcc”?
Negli anni ho sviluppato la consapevolezza della grande opportunità che la vita mi ha offerto di far parte della “Grande Famiglia Bcc”: la nostra banca è davvero “differente” e non è uno slogan pubblicitario, è quello che respiriamo, è l’unità, la passione, la sinergia che tutti gli organi aziendali mettono in campo per raggiungere gli obiettivi e le strategie per la crescita del territorio. È sentire l’anima dei padri fondatori ispirati da sani principi etici, che ancora oggi portiamo avanti, riservando la massima attenzione ai piccoli e medi imprenditori e alle famiglie nelle aree geografiche ove la banca opera.
Chi ricordi con particolare affetto e gratitudine in questi anni?
Nel corso della mia attività professionale ho collaborato e interagito con tutti i colleghi e gli organi di vertice, che ringrazio per la stima e la fiducia che mi hanno riservato. Negli ultimi anni sono stata affiancata nell’area controlli da Pino, un collaboratore di elevate qualità umane e professionali, che quando la “mitica quota 100” mi ha aperto la strada al pensionamento, è stato pronto ad accettare il passaggio del testimone. Un grazie senza limiti va a Fabrizio Di Marco, che è stato un fratello prima ancora che un capo, che mi ha dato la possibilità di esprimermi senza costrizioni, che mi ha permesso un confronto continuo che ha arricchito e ampliato ogni visuale. Grazie ai presidenti, consiglieri e sindaci per le interazioni costruttive e per le scelte effettuate sempre con onestà e trasparenza in linea con le disposizioni normative.
Che cosa hai imparato umanamente e professionalmente in tutti questi anni in Bcc?
Il tempo trascorso in BCC mi ha insegnato che nulla è impossibile, anche una attività prettamente tecnico-finanziaria può trasformarsi nel mezzo per valorizzare i talenti di tanti soci e clienti che grazie alla relazione con la BCC hanno sviluppato valore per le proprie famiglie e per i territori ove operano. L'attenzione ai bisogni delle persone e l'accoglienza nei momenti delle necessità fanno la differenza e ti portano a guardare con occhi nuovi ciò che ti circonda. Da ultimo posso testimoniare che in tutti questi anni mai c’è stata discriminazione di genere e questa è una realtà degna di nota che fa onore alla banca da sempre.