Monsignor Bruno Forte: "Bcc Sangro Teatina, una banca capace di verità e giustizia"

Il saluto dell'arcivescovo di Chieti-Vasto al convegno sui 110 anni della Bcc Sangro Teatina

Bruno Forte Bcc Abruzzi E Molise
10 settembre 2013
La Mia Banca | 

Avrei voluto essere presente al vostro convegno perché, fin da quando ho conosciuto la figura di don Epimenio Giannico e della fondazione della Banca di Credito Cooperativo della Val di Sangro, come pastore ho sentito sempre un profondo interesse per quest'opera che, centodieci anni fa, questo sacerdote atessano ha avviato ispirandosi alla Dottrina Sociale della Chiesa, che aveva avuto nella Rerum Novarum il manifesto da cui, poi, si sarebbe andata ulteriormente precisando. Dunque, un'attenzione ai più deboli come un'esigenza prioritaria di ogni etica ed economia di carattere sociale.

 

Don Epimenio, interpretando questo bisogno, volle la fondazione del credito cooperativo che potesse sostenere soprattutto i più deboli, immagino principalmente i contadini, nelle loro fatiche, nel loro desiderio di poter investire per migliorare il proprio lavoro visto che avevano bisogno di prestiti da ripagare poi con un interesse il più possibile basso. Ecco, dunque, che questa economia sociale, di ispirazione chiaramente cristiana, legata alla Dottrina Sociale della Chiesa, trova nella Bcc in generale, e nella vostra in particolare, una significativa e bella manifestazione. Sono passati 110 anni, le urgenze di allora continuano ad essere le urgenze di oggi, soprattutto in questo tempo di crisi economica mondiale, che come tutti sappiamo nasce certamente da una implosione della finanza mondiale, che a sua volta ha come causa un principio etico disatteso, e cioè quello di dire la verità.

 

Sappiamo che tutto nasce dalla menzogna con cui si è voluta far passare per economia reale l’economia virtuale della finanza, il gioco della finanza interpretato in qualche modo come valore economico pari a quello dell’economia reale di chi produce. Tutto questo ha scatenato naturalmente una implosione di questo castello di carta. Oggi noi siamo coscienti di tutto questo e, allora, vorrei trarne un insegnamento di cui la storia della Bcc può essere una sorta di verifica efficace: nell’economia bisogna lavorare al servizio della verità e giustizia, della solidarietà e dello sviluppo, senza mai disgiungere questi termini. Quando anche uno solo di essi viene meno, c’è il rischio che tutto diventi falso e prima o poi possa implodere.

 

Questo, 110 anni fa, l’aveva capito un nostro sacerdote diocesano, don Epimenio Giannico, che ha voluto con coraggio quest’opera che tutt’oggi tutti riconosciamo essere significativa sul territorio. Io ringrazio per l’invito rivoltomi a darvi perlomeno con la parola il mio saluto. Come sapete sono a Roma il 13 e 14  per il consiglio del sinodo dei vescovi di cui faccio parte (avremo anche l’incontro con Papa Francesco): pregherò per voi e vi mando via video la mia benedizione, il mio affetto e la mia stima.