Banche locali e di persone, banche di comunità

Un modo diverso di concepire soldi, prestiti, servizi e relazioni, che mette davvero al centro l'uomo. Alessandro Azzi, presidente di Federcasse, presenta ai lancianesi il mondo del credito cooperativo

Alessandro Azzi Bcc Sangro Teatina
10 dicembre 2014
La Mia Banca | 

 

Bcc non è una banca qualsiasi: è una banca dove la persona è davvero al centro. È, quindi, un modo diverso di fare e concepire il credito. Ne è certo Alessandro Azzi, il presidente di Federcasse, la realtà che mette insieme tutto il mondo del Credito Cooperativo. In occasione dell'apertura della filiale di Lanciano, molto volentieri ci concede queste intervista.

 

Presidente Azzi, ogni volta che nasce una nuova filiale è una festa per la banca e per il Credito Cooperativo. E’ d’accordo?

La nascita di una nuova filiale per una Banca di Credito Cooperativo (e, in generale, per l’intero sistema a cui essa appartiene) è un’occasione di festa almeno per due ragioni. La prima è strettamente tecnica: l’inaugurazione di una nuova dipendenza oggi per la Bcc Sangro Teatina segna una tappa importante nel suo cammino di crescita e di sviluppo, occasione per estendere la presenza fisica di un modello di banca alternativo a quello tradizionale in una logica di sostegno all’economia reale. La seconda ragione, invece, ha una valenza sociale perché la Bcc non è e non sarà mai una banca qualsiasi, chiusa magari in una relazione che si esaurisce in un “click” a discapito di quei valori di prossimità che da sempre contraddistinguono il suo rapporto con i soci, i clienti e il territorio di appartenenza. Non a caso diciamo che la Bcc è nell’essenza una banca molto “social”. Certo, sappiamo bene come in un periodo come l’attuale, il tema della razionalizzazione delle filiali delle nostre banche sia centrale, andando anche ad investire processi come le tante aggregazioni tra BCC. Ma resta il dato di fondo: favorire e promuovere la prossimità alle nostre comunità.  Continuare a dare credito, cioè fiducia, e farlo anche attraverso la fisicità di un luogo dove si può tessere relazione, ha ancora un valore particolare.

 

A chi nel nuovo territorio non conosce il Credito Cooperativo, Lei come presenterebbe questo mondo? Perché un cittadino può fidarsi di questo modo di fare credito? Quale la diversità?

A chi non conosce il Credito Cooperativo, presenterei le Bcc dicendo che sono banche locali, fatte di persone; sono cooperative mutualistiche e imprese inserite in una rete. Banche locali e di persone perché espressione, attraverso i soci, del territorio; cooperative mutualistiche chiamate ad erogare il credito principalmente ai soci in una logica solidale e partecipativa (ricorderei sempre il valore per noi scontato, ma non affatto comune al grande pubblico, del voto capitario per cui si conta per quello che si è, non per quanto si possiede di capitale). Poi il valore dell’autonomia, per la quale ogni banca si autogoverna con esponenti del territorio i quali, meglio di altri, conoscono dinamiche sociali, economiche ed occupazionali delle diverse comunità. Infine il valore della rete, che salvaguarda l’autonomia delle singole Bcc ma le inserisce in un sistema di sostegno, affiancamento e di garanzie originali rispetto alle altre banche. Penso ad esempio alla tutela del nostro Fondo di garanzia degli obbligazionisti che offre ai possessori di obbligazioni emesse dalle Bcc una protezione aggiuntiva, fino a 100 mila euro, a quella per legge offerta a tutti i depositanti. Solo con la rete questo è stato possibile. Ma la rete è anche quella che, oltre alla garanzia, fornisce il potenziamento delle capacità operative delle singole banche locali. Infine, sosterrei con forza che una Bcc è una banca eticamente orientata; una banca che ha sempre fatto “finanza utile” e mai “finanza creativa, ovvero speculativa”.

 

Alle istituzioni cittadine, ai rappresentanti economici, sociali e religiosi di Lanciano, quale messaggio e augurio può giungere dal mondo del Credito Cooperativo?

Il nostro Paese in questi difficili anni di prolungata crisi e di recessione si è impoverito, la disoccupazione giovanile dilaga, nei nostri territori i divari si sono sempre più ampliati. Eppure non mancano le situazioni positive ed i segnali di resilienza e resistenza. Le Banche di Credito Cooperativo sentono il dovere e la voglia di contribuire alla ripresa economica dei nostri territori. Ovunque. E, in modo particolare, a sostenere chi oggi ha meno certezze, penso per esempio ai giovani. Che vedono il futuro sotto ipoteca. Ma di fronte a questo “dovere di cittadinanza” siamo chiamati tutti ad un rinnovato impegno. Anche i cittadini. Anche le imprese. Anche le istituzioni. Anche gli intermediari creditizi. Il Credito Cooperativo è nato per includere. Per dare opportunità. Perché il futuro possa essere un luogo migliore nel quale fare abitare i nostri figli e le prossime generazioni. Nutro una sincera speranza per questo, confermando il massimo impegno perché, anche con il nostro contributo, tutto ciò possa accadere.