Antonia Ciccarelli: le piccole storie raccontate su tela
Quadri ricchi di colore, esposizioni all’aperto in piazze e vicoli d’Abruzzo: è il mondo di un’insegnante innamorata dell’arte, che si firma “Papocchio” per omaggiare un padre che le raccontava favole ed esperienze di vita
La casa di Antonia Ciccarelli, nel centro storico di Atessa, è coloratissima: intense le pareti sulla terrazza che si protende su San Michele, ricchi di cromie gli interni, tra quadri, oggetti e tanto sole che penetra dalle finestre dell’ultimo piano della palazzina. È colorata la casa, sono pieni di colori i suoi quadri: lo stile è tra il naif e il fantastico, ed è sempre più apprezzato dalle tante persone che la incontrano nel suo “Papocchio itinerante”, esposizioni estemporanee rigorosamente all’aperto in piazze e vicoli in Abruzzo, con i quadri appoggiati su alberi, marciapiedi, muri all’insegna della libertà.
Non ama definirsi pittrice, Antonia Ciccarelli, ma semplicemente una che “racconta piccole storie su tela”. In effetti, i suoi quadri ricordano in qualche modo i fumetti, e conquistano proprio per il colore intenso e le forme che ispirano simpatia. Forme a volte astratte, o che rimandano a opere degli anni Venti e Trenta del secolo scorso, o che richiamano il tratto tipico di Mirò, l’artista preferito di Antonia.
“Tutto è iniziato due anni fa – racconta – in una notte in cui non riuscivo a dormire: ero disperata per un mio amico che stava molto male. Così, ho iniziato a disegnare e dipingere, e non mi sono fermata più”. In realtà, tutto è iniziato molto prima per Antonia, che insegna materie letterarie alle scuole medie e alle superiori, dopo la laurea in Lettere Moderne, indirizzo storico artistico, all’università di Urbino: “La passione per il disegno ce l’ho fin da bambina, ma solamente negli ultimi anni l’ho fatta evolvere in qualcosa di più”. Acrilico, tempera, colori a spirito, pennarello nero indelebile sono gli strumenti che Antonia usa per raccontare le sue storie su tela: ama farlo su un letto di casa sua, dove trova ispirazione e a realizza le sue creazioni.
Si firma Papocchio, Antonia. Il perché lo dice nella breve descrizione della pagina Facebook Papocchio Art, dove trovare le sue opere e il calendario in continuo aggiornamento delle sue esposizioni: “Era il soprannome che avevo dato a mio padre. Il mio babbo mi ha raccontato tantissime favole ed esperienze di vita vissuta nel corso degli anni. Le mie realizzazioni raccontano delle piccole storie con le immagini”.
Insomma, l’arte come grido colorato, l’arte come tributo ad un padre indimenticabile, l’arte nata anche per l’amicizia con una persona cara. È il mondo di Antonia: “Ringrazio mio marito Paolo, che mi sostiene in questa storia. E ringrazio la Bcc Sangro Teatina, in particolare il direttore Fabrizio Di Marco, che crede nelle persone che nel territorio vivono e quotidianamente provano a creare sprazzi di bellezza”.